Riceviamo e volentieri pubblichiamo una riflessione del PdG Giampaolo Coppola sull’esser Lions in tempo di pandemia.
Siamo purtroppo in un momento particolarmente critico della nostra vita associativa e personale.
La pandemia ci ha travolto tutti modificando la nostre abitudini e togliendoci molte certezze. La nostra vita è cambiata soprattutto nei rapporti sociali che da reali sono diventati virtuali, facendo perdere quel calore umano e quella vicinanza che caratterizza ogni gruppo di persone che operano insieme per moltiplicare i loro sforzi in favore degli altri meno fortunati.
Quindi convivialità quasi azzerata, distacco fisico e non solo stanno mettendo in crisi uno dei cardini della nostra associazione, basata sullo scambio di idee, sui progetti, sulle diversità di opinione che aiutano a crescere e a prosperare.
Come non ricordare le folle oceaniche delle convention internazionali e quelle dei congressi nazionali e distrettuali, il dinamismo dei nostri governatori, la loro azione continua e la loro presenza nei club che li accoglievano per la visita annuale. La realtà è che stiamo perdendo soci che, con la mancata frequentazione sentono sempre più lontano il loro club, nucleo primario della associazione.
Anche i nostri tradizionali service sono stati completamente modificati e si sono ridotti talvolta a raccolte di fondi via rete ed a sporadiche azioni sul territorio non troppo incisive per la mancata presenza fisica.
Le nostre quote sociali però non hanno subito alcuna variazione almeno a livello distrettuale, nazionale ed internazionale. Tanti club, però, si sono resi conto delle difficoltà in cui potrebbero versare alcuni soci per effetto della pandemia ed hanno ridotto conseguentemente le quote sociali. Forse ci saremmo aspettati una maggiore sensibilità da parte del distretto e del multi distretto in questo senso invece che la restituzione a pioggia, pur apprezzabile, di parte dei contributi versati e non spesi.
Credo che sarebbe opportuno fornire ai soci, anche a livello distrettuale, la suddivisione della quota versata nelle varie componenti di costo ( ad es. l’importo che si riferisce agli scambi giovanili, quello per la trattazione del tema nazionale, quello per il service nazionale, quello per il poster per la pace, ecc.), come già accade per la quota multi distrettuale ed internazionale. Sarebbe una operazione di trasparenza molto importante specie in questo momento cosi difficile e complesso.
Ma chiediamoci se in questa situazione, complicata e inaspettata è proprio tutto negativo.
C’è qualcosa che possiamo volgere in positivo?
Forse si, se pensiamo alla possibilità di effettuare le conferenze divulgative, la trattazione di temi ed argomenti di interesse sociale e lionistico in rete con i tanti strumenti che oggi sono disponibili.
In quel caso potremmo avere anche un incremento della partecipazione, visto che sarebbe possibile fare partecipare anche chi solitamente non è presente per motivi di salute o per impegni che lo tengono lontano dal luogo fisico dell’evento.
Si possono anche convocare in rete riunioni periodiche in cui magari, settimanalmente, si incontrano i soci di un club come in un salotto virtuale e discutono di vari temi e argomenti di attualità.
Ciò aiuterebbe a mantenere la coesione e la voglia di stare insieme e non sarebbe stato possibile nè giustificabile farlo se fossimo stati in condizioni normali.
I service?
Nulla impedisce di organizzare raccolte fondi in rete, aperte a tutti, lions e non, e finalizzate ad obiettivi ben precisi misurabili e di largo impatto sul territorio.
Si potrebbero effettuate lotterie o riprodurre concerti ed eventi teatrali ( prosa, musica, danza, ecc.) in streaming, con accordi ben precisi con i gestori degli eventi, facendo pagare, con metodi elettronici, cifre quasi simboliche ai partecipanti e sperando di allargare cosi la platea degli spettatori.
Sono queste solo brevi considerazioni che poi potrebbero concretizzarsi con l’iniziativa, la inventiva e la esperienza dei soci.
A mio avviso perciò anche nel pieno della pandemia potremmo continuare a servire.
Vorrei chiudere questo mie considerazioni con un aforisma del 1955 attribuito ad Einstein sulla crisi.
“Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce le proprie sconfitte e i propri errori alla crisi, violenta il proprio talento e mostra maggior interesse per i problemi piuttosto che per le soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza. Il più grande difetto delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. È nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora; senza crisi qualsiasi vento diventa una brezza leggera. Parlare di crisi significa promuoverla; non parlarne significa esaltare il conformismo. Cerchiamo di lavorare sodo, invece. Smettiamola, una volta per tutte, l’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
Chiudo augurando a tutti noi di raggiungere al più presto la luce che oggi cominciamo ad intravedere in fondo al tunnel ed uscire rafforzati per servire meglio e con maggiore efficacia.
Grazie per l’attenzione e buon lavoro a tutti noi.
PDG Giovanni Paolo Coppola
Distretto Lions 108L (Lazio-Sardegna-Umbria)
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