Una settimana di riflessioni per non dimenticare e continuare a testimoniare ma anche un modo diverso di fare scuola.
Di Federica Consolini
Nel mio impegno di cittadina e di dirigente dello Stato ho voluto fortemente la creazione di una rete di scuole con il mio liceo capofila “Essere le(g)ali” in onore di Peppino Impastato e Giancarlo Siani. Ho scelto due nomi tra i tanti ma durante la settimana della legalità, che ogni anno vede le scuole della rete riunite in un evento, che diffonda esperienze di chi l’illegalità la combatte ogni giorno. È stata una settimana dove si sono alternati vari uomini dello Stato che hanno combattuto le mafie, la criminalità organizzata ma anche la corruzione e qualsiasi forma di illegalità; nell’Aula Magna del Liceo Majorana di Roma si sono alternati Sandro Ruotolo, Francesco Messina, Sigfrido Ranucci, Nicola Morra, Alfonso Sabella, le volontarie dell’associazione Libera e del Centro studi Livatino con Daniele Onori e in collegamento dal bunkerino di Palermo, Giovanni Paparcuri.
Da tutta questa settimana cosa ci è rimasto? Sicuramente l’impegno civile di ognuno di loro, come esempio
per tutti gli studenti. L’aver messo in risalto l’unicità della persona e il rispetto per essa; il giudice Livatino
affermava di vedere prima la persona e poi il colpevole ed è stato esempio di unione tra fede e diritto fino
all’ultimo istante, quando guardando in volto i suoi sicari chiese loro: “Cosa vi ho fatto?”
Tutti gli ospiti hanno evidenziato l’importanza del valore della libertà propria e delle proprie scelte, unica
arma per combattere il sistema criminale quindi la nostra coscienza, l’impegno collettivo per un fine
comune. E non dimenticare, la memoria, la testimonianza , ecco il perché di questa rete di scuole, di questa
settimana dedicata ma, ogni giorno nelle aule, si deve dare spazio a tematiche che formino coscienze; il
valore della scuola come ribadito dalla nostra Costituzione” educare, formare e istruire”, per formare delle
menti e invertire lo sguardo, uno sguardo nuovo che guardi al domani, un domani migliore, senza crimini,
senza corruzione perché se si parla di democrazia , queste cose non possono esistere.
Uomini come Falcone che ha sempre spronato a parlare di mafia, perché non parlarne sarebbe peggio; il
suo amico Borsellino che ha proseguito e vissuto con lui quanto di “marcio” c’era senza scoraggiarsi perché
anche se si ha paura non bisogna farsi bloccare; non fare le battaglie vuol dire perderle! La password del
computer di Falcone era “Avanti!” come ci ha rivelato Paparcuri che ogni giorno testimonia dal bunkerino,
museo Falcone-Borsellino, il loro lavoro di squadra e che squadra!
Aver parlato di tutto questo con gli studenti che attraverso i loro approfondimenti, lo studio
dell’educazione civica con i loro docenti, hanno dato prova di responsabilità e sensibilità verso questi
argomenti, ci dà carica, motivo di continuare. Come Chinnici che fu il primo a capire l’importanza dl parlare
con gli studenti attraverso il suo piano cultuale nelle aule scolastiche perché aveva fiducia nelle nuove
generazioni, anche noi ne parliamo e ringrazio tutte le illustri persone che si sono avvicendate al tavolo del
Liceo Majorana per parlare agli studenti in presenza e a tutti gli altri collegati dalle aule e dalle varie scuole
della rete.
Io credo fermamente nel ruolo della scuola, nel lavoro di collaborazione, di squadra, nel portare avanti
insegnamenti in modo diverso dalla lezione frontale, nello sviluppare competenze che restano per la vita di
queste generazioni del presente che saranno il futuro dell’Italia.
Da tutti questi incontri ci rimane molto nel cuore attraverso tutto ciò che abbiamo visto e sentito ma anche provato nel nostro animo all’udire certi racconti di vite spezzate ma non ci dobbiamo arrendere ed è molto importante la collaborazione con le famiglie per educare alla giustizia.
Ognuno di noi può fare la differenza, è necessario fare tesoro degli errori per non ripeterli ma anche dei successi e insieme si può combattere l’illegalità a tutto tondo, giustamente Sabella ha fatto il paragone delle mafie con l’acqua, si espandono fino a che non si mettono degli argini; ecco sta a noi mettere quegli
argini e ridare valore allo Stato.
Concludo con l’esortazione di Morra agli studenti: “lasciate quelle logiche al ribasso che non vi fanno onore
ma seguite la costellazione della giustizia! Voliamo alto quindi e chiudo questa mi riflessione con una frase
di un uomo, un Presidente degli Stati uniti che ha creduto fortemente nella democrazia: “ Non chiederti
cosa il tuo paese può fare per te ma cosa tu puoi fare per il tuo paese” J.F. Kennedy.
Federica Consolini
Dirigente scolastica e socia Lions
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