Mostra “gli spettacoli disegnati” di Giorgio De Chirico a Palazzo Dosi a Rieti.
Una mostra che rappresenta una rassegna dedicata all’autore De Chirico con una selezione di opere che presentano i maggiori temi trattati dal maestro.
Soprannominato Pictor optimus per via della sua tecnica cristallina (il latino invece è un omaggio alla sua profonda cultura classica, che l’artista aveva acquisito anche in virtù della sua formazione in Grecia), Giorgio de Chirico è stato artista che ha attraversato tutto il Novecento conoscendo diverse fasi: un esordio all’insegna della cultura tedesca, la prima stagione metafisica degli anni dieci, gli anni Venti con le opere del periodo “classico”, poi di nuovo la seconda stagione metafisica tra gli anni Venti e gli anni Trenta in coincidenza con il suo secondo soggiorno a Parigi, per arrivare ai temi della tradizione affrontati fino agli anni Cinquanta e terminare la carriera con il ritorno alla metafisica tanto da parlare di “neometafisica”. De Chirico immagina vedute di città antiche che si sovrappongono a visioni di città moderne riprese da luoghi di vita vissuta. Sono luoghi in cui lo spazio pubblico disabitato dall’uomo viene popolato da oggetti che estraniati dal loro abituale contesto emergono con tutta la loro forza iconica diventando irreali, misteriosi, enigmatici.
Il titolo ripreso dalla scritto di De Chirico stesso “Perché ho illustrato l’Apocalisse”, del 1941, mette in evidenza l’importanza visiva costruttiva e simbolica dell’elemento teatrale dell’opera dell’artista.
Una successione di quadri dove l’elemento scenico è evidente; si passa da una sala all’altra del bellissimo palazzo Dosi dalle tappezzerie e dai soffitti a cassettoni, lampadari di cristallo che illuminano artificialmente delle opere straordinarie, colori e immagini che colpiscono per la loro chiarezza, sipari che si aprono su interni metafisici, giocattoli, trovatori e muse, archeologi, gladiatori, il sole e le piazze d’Italia fino alla presenza divina. Le linee geometriche segrete nascoste nella struttura compositiva di un impianto architettonico e scenico unico.
Una parte della mostra è dedicata all’arte sacra con una rielaborazione dei meccanismi della pittura barocca dando vita al suo “teatro della pittura”. Il tutto in un concetto di tempo insolito, lui stesso dichiarava che “il tempo non esiste e che sulla grande curva dell’eternità il passato è uguale all’avvenire… come Giano il dio dai due volti e ogni
notte il sogno mostra il passato uguale al futuro…”
Questa idea dell’eterno ritorno riporta alla filosofia di Nietzsche che ha influenzato De Chirico nella sua metafisica. De Chirico è infatti un intreccio di riferimenti letterari, filosofici, storici e culturali tradotti in una forma visiva che paradossalmente è molto chiara e incisiva nonostante la sua complessità.
E che emozione vedere la sua tavolozza, direi piuttosto piccola eppure infinitamente grande quello che il maestro è riuscito a fare emergere da quelle tinte una vicina all’altra. Immagino il suo pennello veloce passare da una chiazza all’altra per cogliere la tinta più adatta a manifestare quanto voleva esprimere….decisamente una bella visita in una calda domenica estiva.
Federica Consolini
Lions Club Roma Augustus
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