Empatia, cordialità e grande interesse hanno caratterizzato la serata progettata nell’ambito della campagna “Adotta un Atleta”, che intende sostenere con concrete iniziative il progetto “Opening eyes”, Programma Salute promosso da Special Olympics International, con lo scopo di permettere agli atleti di vari territori di partecipare ai “Play the games” nazionali, coprendo le spese di trasferta.
Il Service “Adotta l’Atleta” del Lions Club Roma Augustus, che ha avuto luogo a Roma lo scorso giovedì 30 novembre 2023, presso la sede dell’Associazione Italiana dei Maestri Cattolici in Clivo di Monte del Gallo, è stato moderato da Antonella Mancaniello, Presidente del Club, che ha brevemente introdotto ai lavori, coordinati dalla socia Clara Muggia, che ha svolto la funzione di Cerimoniera, informando un attentissimo uditorio e soffermandosi in primo luogo sulla storia dello Special Olympics International: una organizzazione internazionale presente in 165 paesi che,
attraverso lo sport, mira ad una completa integrazione delle persone disabili nella società. Il movimento, fondato da Eunice Kennedy nel 1968 è presente anche in Italia e organizza allenamenti e competizioni atletiche per più di un milione di atleti disabili. Nel programma interagiscono all’incirca un milione di volontari e più di tre milioni di loro familiari, che realizzano ogni anno circa 16.000 grandi eventi. In Italia sono 6500 gli atleti beneficiari del programma, su un milione di persone con disabilità, che vengono coinvolti in grandi eventi “regionali” e “nazionali”, e inoltre una rappresentativa italiana viene chiamata a partecipare alternativamente ai Giochi Mondiali (invernali o estivi) o a quelli Europei. In quest’anno 2023 gli Special Olympics Games si sono tenuti per la prima volta in Germania, negli impianti della città di Berlino, accogliendo delegazioni da circa 190 paesi e registrando numeri impensabili al momento della nascita dell’iniziativa. Sono
stati 7000 gli atleti Special Olympics che hanno testato le proprie abilità sportive in 26 discipline diverse, alcune delle quali presenti ai Giochi di Berlino come esempi di sport unificato, in cui gli atleti con disabilità scendono in campo, insieme con compagni normodotati, in un’unica squadra. E non si tratta solo di sport: un evento come quello che Berlino ha avuto la fortuna di accogliere, fra il 17 e il 25 giugno, parla alle persone non solo attraverso i risultati sportivi, le misure raggiunte, o i tempi registrati in pista, ma anche per la mediazione diretta delle forti emozioni suscitate dall’evento. Di particolare rilievo è stato, successivamente, l’intervento partecipatissimo e applauditissimo di Alessandro Palazzotti, vicepresidente nazionale dello Special Olympics International, la propaggine italiana da lui fondata nel 1983, allorché anche in Italia le persone con disabilità intellettive venivano puntualmente esonerate dalla pratica sportiva: fu lui il primo a “gettere il cuore oltre l’ostacolo” e a compiere i primi passi per ricreare anche nel nostro Paese, il Movimento che utilizza proprio lo sport per donare dignità, rispetto e inclusione a chi, prima di allora, non poteva che viverne al margine. Ripercorrendo l’intensa attività svolta negli ultimi quarant’anni, e dei tanto importanti risultati raggiunti, oltre che delle mete programmate ma ancora da affrontare, il prof. Palazzotti ha commentato con grande efficacia il relativo video, con stralci dei più emozionanti momenti di partecipazione agli eventi agonistici, che in qualche modo hanno sancito il successo del suo lodevolissimo impegno di organizzatore. Non meno interessante l’intervento di Stefania Cardenia, Direttore regionale dello Special Olympics Internetional, da 45 anni impegnata nella periferia di Roma per far fare sport nel quartiere in cui si era stabilita con la sua famiglia: insignita nel 2008 della Stella d’Argento dirigenti CONI, sei anni dopo aver ricevuto la Stella di bronzo nel 2002, unica dirigente donna per molto tempo, ha poi trovato in Special Olympics molte colleghe collaboratrici, dal momento che i figli con difficoltà solitamente vengono
gestiti principalmente dalle mamme.
Evento centrale della serata può considerarsi la testimonianza personale dell’atleta “adottata”, Raffaella Morgavi, doppio oro nelle gare di nuoto ai Giochi Mondiali di Berlino di quest’anno nei 50 stile libero: romana verace, classe i971, potrebbe essere mamma delle altre finaliste che si sono lasciate coinvolgere dalla sua gioia contagiosa su un podio che traballa dalla felicità.
Raffaella “ha nuotato benissimo: questa finale – dice il suo tecnico Lucia Zulberti – ci ha fatto piangere perché se c’era una medaglia su cui avremmo espresso un desiderio, questa è la sua, per il percorso lungo e duro che l’ha portata sino ad oggi. Questo ci fa riflettere sugli ancora ampi margini di crescita, sul fatto che la fiducia, le opportunità, possono far sbocciare una persona anche se non è più giovanissima”. L’intervento dell’atleta “adottata” si è giovato della compresenza della sua istruttrice personale, Francesca Scotti, che insieme con Raffaella ha risposto a diverse domande rivolte dai presenti. Si è poi giunti alla firma del Protocollo d’intesa fra il S.O.I. e il nostro Lions Club Roma Augustus, e allo scambio dei Guidoncini, solennizzato dalle foto di rito e dalla graditissima Apericena.
Mariano Malavolta
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